Il locale è collocato appunto nel centro storico di Barcellona, all'angolo della Piazza Reale, e come tanti locali della zona in questo periodo (settembre) è possibile sedersi nei tavoli sulla strada per prendere un po' di fresco. I tavoli esterni si distinguono rispetto agli altri in quanto a gusto e vivacità che non sfocia però in ostentata raffinatezza: il colore verde delle sedie è di fatto il motivo principale che ha attirato i gamberotti verso il ristorante, decisamente affollato vista la concomitanza della festa della Mercè.
Per questo motivo ci viene proposto un tavolo defilato in fondo alla sala interna, arredata con un gusto che mette d'accordo modernità e tradizione.
Il menu propone una selezione di originali piatti apparentemente frutto della commistione tra le diverse anime dei giovani chef del locale. Chef che possiamo dire di aver visto in faccia uno per uno, in quanto una delle peculiarità del locale è che per entrare in bagno è necessario percorrere un lungo tratto dell'oblunga cucina.
Ordiniamo tutti due portate:
la crema di zucca con baccalà pomodoro secco e olio d'oliva è stata molto apprezzata dall'Intrepida,
mentre appaiono meno interessanti benché impeccabili gli altri due entrantes: dei gamberi e verdure con pangrattato che ricordano un po' la tempura giapponese,
e gli involtini di tonno con aroma di sesamo.
I secondi piatti di pesce sono ancora più interessanti e particolari. Il tataki (una specie di tagliata) di tonno con pomodori speziati e chips di basilico è davvero ben presentata e gustosa, il tonno è di buona qualità e cotto al punto giusto.
I calamaretti alla piastra con purè di spinaci sono invece freschi e teneri ma nel complesso quello che resta dopo averlo mangiato è una sensazione di pesantezza e di mancanza di sapore.
Il baccalà con patate e bacon è invece saporito ma un po' troppo pesante per via di una quantità di olio di condimento forse eccessiva.
Se ci fossimo fermati qua probabilmente i voti sarebbero stati decisamente più alti, ma purtroppo i gamberotti, un po' per gola, un po' per dovere istituzionale, hanno deciso di ordinare il dolce. Prima nota dolente, durante la serata era finita la crema catalana, che ci aspettavamo essere la specialità del locale visto il nome evocativo.
Ma la vera scivolata è la torta di toffee e mandorle in crema di caffè. A questo nome apparentemente evocativo di dolci mai assaporati corrisponde una torta inzuppata nel caffellatte e spolverata di mandorle a mo di parmigiano sulla pasta. A detta dell'intrepida uno dei peggiori dolci mai gustati. Sarà riuscita a finirlo?
Più decente la cheesecake, ma benché il verde del kiwi si intoni perfettamente col rosso dei frutti di bosco, il suo persistente retrogusto acidulo non si può dire che completi il gusto della specie di panna cotta insapore usata al posto dei classici ingredienti del dolce al formaggio.
Il dolce migliore sarebbe stato la torta di cioccolato, che si può vantare per quantità e consistenza ma si rivela a lungo andare troppo dolce e pesante per un fine pasto che preveda di alzarsi dal tavolo sulle proprie gambe.
Gusto | Prezzo | Ambiente | Cortesia | |
---|---|---|---|---|
L'Intrepida Aiuolik | 3 | 3 | 3.25 | 3.5 |
L'Intenditore Mascarato | 3.5 | 3.5 | 4 | 4 |
Wonder Egua dai mille colori | 3.33 | 3.7 | 4.15 | 3.5 |
Media Totale | 3.28 | 3.4 | 3.8 | 3.67 |
Menu dei dolci |
(la risposta era scontata, non sarebbe stata altrimenti Intrepida, no?).
Slurp.
RispondiEliminaNon navighiamo nell'oro, si può dire, ma almeno mentre affondiamo lo facciamo con classe.
Che Intrepida sarebbe l'Intrepida se si perdesse davanti a un piatto con del caffellatte di troppo a bagnare un non ben identificato dolce scelto in base al numero di ingredienti nel nome? :-)
RispondiEliminaHasta la pancia siempre!